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Immagine del redattoreClaudia

SCILLA: un luogo pieno di fascino sullo Stretto di Messina

Scilla Mitologica


Il romantico borgo calabrese di Scilla porta con sè una grande tradizione mitologica.

Le principali narrazioni raccontano che Scilla prima di essere trasformata in una creatura mostruosa, era una graziosa ninfa che abitava Reggio Calabria e che si divertiva a passaggiare per gli scogli di Zancle (l’attuale Messina) e fare il bagno nelle acque del Mar Tirreno.

Un giorno, mentre si trovava in spiaggia, Scilla vide uscire dal mare una creatura metà uomo e metà pesce: si chiamava Glauco, un pescatore trasformatosi in divinità.

Appena vide la bellissima ninfa, Glauco se ne innamorò perdutamente. Scilla, terrorizzata dall’aspetto di quella creatura, fuggì via e si rifugiò su un monte vicino.

Il dio non poté accettare quel rifiuto e volle a tutti i costi conquistare la sua amata Scilla.

Glauco si rivolse alla maga Circe, la quale però era a sua volta infatuata del dio marino, dal quale ricevette un brusco rifiuto.

Nessuna azione fu più sbagliata: Circe si volle vendicare di Glauco, ma non lo fece su di lui, bensì su Scilla. Così la maga preparò un filtro, si recò presso la spiaggia di Zancle e riversò il liquido nelle acque. La ninfa, intrappolata dall’afa soffocante di quel giorno, decise di trovare sollievo bagnandosi nel mare. Fu in quel momento che Scilla vide attorno a sè delle teste di cane furiose e, impaurita, cercò di scacciarle via, ma dopo essere uscita dall’acqua si rese conto che quelle sei teste erano attaccate al suo corpo attraverso un collo di serpente: per metà aveva un corpo di ninfa, per l’altra metà quello di un mostro.

Dall’orrore per ciò che era diventata, Scilla si gettò in mare e trovò rifugio in una cavità di uno scoglio, vicino alla grotta abitata da Cariddi.

Cariddi fu una dea che venne trasformata da Zeus in un orrendo mostro marino per aver commesso un furto. Cariddi fu costretta a ingoiare e vomitare tre volte al giorno l’acqua del mare, creando dei grandi vortici e diventando così il terrore dei marinai.

Scilla e Cariddi, i due mostri marini, uno di fronte l’altro, divennero le sentinelle dello Stretto di Messina.



Visitare Scilla


Attualmente Scilla è una delle località balneari più affascinanti e turistiche della provincia di Reggio Calabria.

Se vi trovate da queste parti, uno dei luoghi più interessanti da visitare è certamente Chianalea: il borgo più antico di Scilla caratterizzato dalle sue viuzze e dalle piccole case dei pescatori costruite sugli scogli. Quando si passeggia in quelle stradine ci si immerge in un’atmosfera suggestiva: il profumo di mare inebriante, le barche colorate dei pescatori e, di sera, i giochi di luci e ombre che rendono tutto un pò più onirico. Vale proprio la pena farci un salto.

Quando si arriva a Scilla, la costruzione che più attrae lo sguardo è sicuramente il Castello Ruffo, nel passato casa della nobile famiglia Ruffo. Ancora oggi la vera storia di tale castello rimane nel dubbio: potrebbe avere origini normanne oppure sveve e, nel corso della storia, è stata dimora di vari personaggi illustri, tra cui Garibaldi. Oggi è possibile visitare varie sale del castello, l’armeria e le prigioni ed è possibile osservare un paesaggio affascinante sullo Stretto che, allungando lo sguardo, si allarga verso le Isole Eolie della Sicilia.

Scilla è poi rinomata per le sue bellissime spiaggie. Marina grande è la spiaggia che può accogliere il numero maggiore di bagnanti, attrezzata con diversi stabilimenti balneari che offrono numerosi servizi e comfort e circondata da diversi locali, bar e ristoranti.

Per chi invece preferisce l’intimità la spiaggia ideale è Cala delle Rondini, oasi naturale immersa nella tranquillità. Per i più sportivi, appassionati di snorkeling e immersioni è Punta Pacì il luogo perfetto, il mare qui ha un’acqua limpidissima e fondali molto profondi sin dalla riva.




Scilla e il Pesce Spada


Cittadina di mare, a Scilla è possibile trovare diversi ristoranti di pesce dove gustare il tipico pesce spada in varie versioni.


La pesca al pesce spada è un'arte molto antica, documentata dal II secolo a.c., come riferito dallo storico Polibio, affascinato da questa particolare tradizone.

Da queste parti si pratica tradizionalmente la pesca di questo tipo di pesce con la tipica imbarcazione chiamata "Passerella": una barca dotata di un "albero" molto alto (tra i 20-25 metri) sopra il quale si posiziona un avvistatore (chiamati "banniaturi" che ha anche il comando del mezzo, mentre a prua si trova un lungo ponte (circa 30 metri) dove si posiziona il fiocinatore ("lanzaturi") pronto a colpire il pesce all'avviso dell'avvistatore.


Il pesce spada è diventato da qualche anno anche un popolare “street food” scillese, trasfomandosi in un gustoso ripieno di un panino quasi gourmet, che potrete gustare in vari food truck, bar, lidi e ristoranti.

A Chianalea (villaggio di pescatori e nonchè la parte più antica di Scilla) molti locali sono attrezzati con una pedana sul mare, grazie alla quale si può cenare sulla riva in un’atmosfera suggestiva e romantica.



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